La mia azione nei confronti delle culture artistiche africane e asiatiche è sempre stata orientata dalla ricerca dell’originalità e dell’audacia visuale. Si fosse trattato di tappeti di guerra afghani o di stuoie mauritane, di arte contemporanea della Mongolia o della Casamance, il mio scopo è stato scoprire e promuovere culture visive poco o per nulla note, capaci di rompere la logica visiva consueta, fosse pur quella dell’arte contemporanea occidentale. E’ comunque sull’esemplarità di quest’ultima che si è calibrata la mia curiosità visiva, giacché mi sono ampiamente occupato di “avanguardie negative” occidentali quali fluxus, poesia visiva, lettrismo, organizzando mostre e scrivendo libri. Nei tanti viaggi in Asia e Africa ho trovato, dunque, ciò che cercavo, sebbene ogni scoperta non ha mai cessato di sorprendermi.

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